Bologna – 23 gennaio 2024 – La riorganizzazione in atto nelle province di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna pare porti alla soppressione delle centrali mediche operative, soppiantate da un’unica centrale per tutta la Romagna, con personale non sanitario e un’interrogazione del Consigliere Marco Mastacchi, Capogruppo di RETE CIVICA – Progetto Emilia-Romagna chiede in prima istanza alla Giunta se tale notizia corrisponda al vero.
Le province di Rimini e Ravenna sono dotate, per il servizio di Guardia Medica, di centrali telefoniche nelle quali operano diversi medici dedicati esclusivamente a quella mansione: eseguire una breve anamnesi e con una serie di domande, consigliare, prescrivere o inviare, a seconda della gravità, una visita medica, eseguita da un medico dedicato alle sole visite domiciliari, oppure un’ambulanza per i casi più gravi. Il cosiddetto “operatore laico”, che sostituirebbe il medico nell’interazione telefonica con i pazienti, non avendo le competenze necessarie non potrà fornire una consulenza medica, ma trasferirà la telefonata al medico locale delle visite domiciliari.
Il doppio carico della consulenza telefonica e delle visite domiciliari verrà così a cadere sulle spalle del medico delle visite domiciliari che si troverà a sopportare un sovraccarico dell’attività a scapito della qualità della stessa. Lo scopo di tali modifiche sarebbe di liberare risorse economiche e umane da impiegare nei CAU (Centri di Assistenza e Urgenza), i nuovi presidi che dovrebbero affiancare i Pronto Soccorso per la gestione dei casi più lievi. I CAU, a differenze dei PS, sono strutture create solo ed esclusivamente per problemi di salute urgenti ma non gravi, differenza che i cittadini non possono stabilire in autonomia leggendo dépliant informativi o chiamando una centrale in cui non sono presenti medici, ma “laici”. In caso di soppressione delle centrali operative mediche dedicate non sarà più garantita la corretta presa in carico dei pazienti in maniera tempestiva ed efficace e diversi medici hanno già palesato l’intenzione di dimettersi, così che i pochi rimasti dovranno comunque recarsi tempestivamente presso le abitazioni dei pazienti e al contempo rispondere al telefono.
In virtù di queste considerazioni, la richiesta del Consigliere Mastacchi alla Giunta con questa interrogazione è di mantenere l’attuale Servizio di Continuità Assistenziale considerato che la creazione delle centrali operative mediche, risalente a più di vent’anni fa, servì proprio a superare la criticità del sovraccarico lavorativo del medico impegnato sia in visite domiciliari che nei contatti telefonici con i pazienti. Chiede inoltre come intenda intervenire per scongiurare le dimissioni in massa dei pochi medici rimasti a garanzia del mantenimento della continuità assistenziale della Romagna.