Bologna – 24 ottobre 2023 – Il 31 maggio scorso la Protezione Civile disponeva la prima misura economica di immediato sostegno per la popolazione colpita dall’alluvione in Emilia-Romagna, il CIS (Contributo di Immediato Sostegno). Finanziato attraverso le risorse del Fondo per le emergenze nazionali del Dipartimento nazionale, prevede un primo pagamento di 3mila euro, erogato in virtù dell’appartenenza alla zona rossa, che il cittadino si impegna a rendicontare definitivamente per la richiesta del saldo, e che può arrivare a 5mila euro nel caso in cui le spese sostenute siano maggiori dell’acconto. E’ sufficiente presentare una prima autocertificazione del danno ai Comuni, che validano la pratica e la inviano alla Regione e al Dipartimento nazionale per l’erogazione del contributo. Il contributo concorre alle prime spese necessarie al ripristino della funzionalità degli immobili ad uso abitativo e copre le spese per la pulizia e la rimozione di acqua, fango e detriti, gli interventi su elementi strutturali e impiantistici, l’arredamento, gli elettrodomestici, ma anche – per la prima volta in una situazione di calamità – l’acquisto dell’abbigliamento, di stoviglie e utensili, ed eventuale materiale didattico per i figli. I cittadini lamentano però diverse contraddittorietà nella procedura, che ha portato a negare ad esempio l’ammissione del rimborso perché avendo acquistato una lavatrice a rate l’elettrodomestico non è stato ancora pagato per intero e pertanto non rimborsabile, né è possibile accedere a un fondo per estinguere il finanziamento acceso.
Pensato fin dall’inizio come una misura rapida, nella realtà in cinque mesi solo 101 beneficiari hanno ricevuto per intero quei 5mila euro a famiglia promessi e subito stanziati. La maggior parte delle pratiche di saldo langue, tra Comuni e Regione, a causa del tanto tempo necessario all’esame analitico della documentazione presentata dai cittadini: pile di scontrini, fatture, distinte di bonifico, etc. Ma in questi 5 mesi i cittadini hanno speso i propri risparmi per cercare di rimettere in sesto le proprie case confidando anche in un altrettanto immediato rimborso.
Il Consigliere Mastacchi chiede alla Giunta quali sono i motivi che stanno ostacolando la “modalità innovativa” e la “procedura sperimentale” caratterizzata dalla celerità del flusso di cassa, così come sottolineata il 1° giugno dal Presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e dalla sua vice Irene Priolo e che tempi vengono stimati per il completamento delle procedure di rimborso di chi ha già presentato le domande e di chi le presenterà entro fine anno, considerato che ad oggi su 23.464 acconti per un totale di 70 milioni e 485mila euro, sono stati liquidati solo 101 saldi per 193.721,53 euro.
Risponde l’Assessore Priolo, chiarendo che La verifica da parte dei Comuni è aggravata, oltre dal gran numero di richieste, anche dal fatto che sono state rese ammissibili al rimborso anche voci quali abbigliamento e spese scolastiche, cosa mai fatta prima. A causa del grande lavoro si è deciso perciò di prorogare i termini per le richieste fino alla fine dell’anno. Anticipa poi che con le prossime ordinanze del Commissario Figliuolo ci saranno criteri più restrittivi e sarà prevista anche una perizia. Per quanto riguarda gli annessi, come i garage, sono da considerarsi solo se sede di impianti indispensabili all’abitabilità della casa (impianti elettrici, di riscaldamento, ecc.).
Mastacchi replica evidenziando che considerato il carattere di urgenza del provvedimento, nonostante le difficoltà amministrative, il tempo di reazione sia troppo lungo. Bene invece per la proroga dei termini.
L’intervento in Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna del 24 ottobre 2023