Al momento stai visualizzando Frana di Monterenzio: era prevedibile e i danni si potevano limitare?

Bologna – 28 febbraio 2023 – Il capogruppo di RETE CIVICA – Progetto Emilia-Romagna Marco Mastacchi ha presentato nella seduta odierna dell’Aula un question time per chiedere se la Regione non ritenga opportuno rivedere, alla luce degli eventi franosi nel Comune di Monterenzio, la riperimetrazione del territorio, in merito alle aree a rischio. 

La località di Villa di Sassonero nel comune di Monterenzio è stata interessata nella giornata di lunedì 6 febbraio 2023 da una frana che ha causato ingenti danni al territorio. In poche ore sono crollate due abitazioni, e un’azienda agricola si è trovata con il fienile semi crollato da rimettere in sicurezza, i campi rovinati dalle crepe e impossibilitata a consegnare il latte come sempre. Ai danni fisicamente collegati all’evento franoso si sono aggiunti, per altre attività commerciali, quelli dovuti alle conseguenze. Dopo sopralluoghi e monitoraggi sui movimenti della terra è stata definita la lunghezza del corpo di frana per circa 1,2 chilometri, con una larghezza massima al piede di circa 800 metri e di circa 400-500 metri nella parte centrale e riperimetrato il territorio. Chi prima si trovava in “zona verde” è improvvisamente entrato in “zona rossa” con danni vistosi alla propria attività (un agriturismo, un’impresa edile e un’azienda di stampa 3D).

Dopo la frana è stata attivata la convenzione con l’Università degli Studi di Bologna (Bigea) per monitorare, con sistemi ad alta definizione, l’evoluzione e un’eventuale ripresa del fenomeno al fine di poter intervenire in caso di necessità per garantire la sicurezza idraulica del torrente Sillaro. Sono partiti lavori di drenaggio profondo e regimazione delle acque superficiali del torrente con la chiusura delle fratture aperte anche per impedire che le acque di futuri eventi meteo si accumulino e si infiltrino nel terreno, saturando la coltre argillosa e aumentando la probabilità di innescare una nuova ripresa del movimento. La Regione studia i fenomeni franosi dal 1975 ed è in possesso di una cartografia molto puntuale, che consente di avere una visione complessiva delle 78000 frane presenti nel nostro territorio, che per metà sono ancora attive mentre la restante parte risulta essere solo temporaneamente quiescente. Autorevoli esponenti regionali hanno recentemente affermato che la frana di Monterenzio, come altre 400 frane, era ampiamente conosciuta dal nostro Ente, sia come ambito di pericolosità che come area a rischio idrogeologico molto elevato.

Il Consigliere Mastacchi ha interrogato la Giunta regionale per sapere se, considerato che la frana di Monterenzio era ampiamente conosciuta, la Regione non potesse attivarsi prima del verificarsi della frana mediante azioni di manutenzione straordinaria in un momento in cui gli evidenti cambiamenti climatici indeboliscono un territorio drammaticamente vulnerabile e soprattutto per allertare la popolazione insediata permettendo di avere più tempo per allontanarsi e per mettere in salvo proprietà di valore. Ha chiesto inoltre se non ritenga opportuno rivedere alla luce degli eventi la riperimetrazione del territorio, in merito alle aree a rischio.   

L’assessore Priolo risponde evidenziando che il fenomeno franoso si è verificato in area nota, e perimetrata, e che però non era mai stata interessata da un fenomeno così esteso e unitario. Sono state coinvolte aree che non erano considerate in frana anche se comunque soggette a precise norme e zonizzazioni. Di fronte a fenomeni naturali molto complessi, l’evoluzione delle conoscenze segue gli eventi che si verificano e non sempre li precede. La Regione continua ad aggiornare le conoscenze e la cartografia e a stabilire vincoli di edificabilità anche a seguito di quanto viene verificato. La conoscenza di luoghi e fenomeni non consente di prevedere il momento preciso di una possibile attivazione e la possibilità di allerte preventive è dunque molto difficile.  

“Credo sia molto importante, al di là dei tecnicismi, far sentire la presenza delle Istituzioni e degli Enti di riferimento ai cittadini che hanno visto scomparire in poco tempo i risultati di anni di sacrifici a volte anche di più generazioni e che hanno bisogno magari anche di un aiuto economico.” Così commenta Mastacchi in chiusura.

Mastacchi dichiara che al di là della non prevedibilità del momento dell’evento, il fatto sottolineato dai cittadini è che se avessero saputo che erano “seduti su una bomba” si sarebbero attivati anche privatamente per realizzare degli interventi che avrebbero potuto evitare i danni.