Il Settore Attività faunistico-venatorie, pesca e acquacoltura della Regione Emilia-Romagna ha comunicato i primi di aprile via mail ai selecontrollori abilitati, la chiusura dell’applicativo web per la registrazione delle uscite in selezione. Contestualmente veniva imposto il divieto di utilizzare la segreteria telefonica per la caccia di selezione, segnalando inoltre che il numero di telefono, attivo esclusivamente per le uscite relative ai piani di controllo, sarà disattivato entro il 30 giugno p.v. Nessuna ulteriore indicazione di procedure alternative o sostitutive per le uscite dei cacciatori di selezione ha fatto seguito a questa comunicazione. Si è così venuto a creare un vuoto operativo per quanto riguarda le modalità di segnalazione dei capi abbattuti durante la caccia di selezione, esponendo i selecontrollori al rischio di sanzioni per la mancata segnalazione dei capi abbattuti.
Questo vuoto nella gestione dell’attività venatoria si crea in un momento particolarmente delicato in cui a livello nazionale si trattano le strategie di contrasto alla diffusione della peste suina africana (Psa) e la Regione è impegnata nel promuovere e sostenere l’attività per l’attuazione dei piani di depopolamento dei cinghiali con l’obiettivo di ridurne in modo massivo la presenza sul territorio. Con un’interrogazione il capogruppo di RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna Marco Mastacchi chiede se e come la Giunta regionale intende intervenire per garantire una procedura alternativa per consentire la continuazione del corretto esercizio dell’attività di controllo e gestione del territorio, assicurando alla Regione il flusso di dati necessari per la gestione dell’attività venatoria di selezione. Chiede inoltre che venga garantito, anche nelle prossime stagioni venatorie, il corretto e rapido conteggio dei capi abbattuti per le cacce in deroga (es. storno) o per le cacce a “plafond chiuso” come la tortora.
É infatti indispensabile avere notizia in tempo reale di quali e quanti capi vengono abbattuti, anche al fine di adottare un idoneo calendario venatorio, con le aperture e le chiusure conseguenti. Quanto è stato fatto recentemente per lo storno deve essere realizzato anche per i cinghiali, i cervi, i caprioli e i daini. È inoltre necessario garantire ai selecontrollori di poter continuare ad effettuare l’attività di controllo e gestione del territorio senza timore di ricevere sanzioni in merito alla mancata segnalazione dei capi abbattuti, così come è auspicabile che a seguito della chiusura di un sistema segua nel brevissimo periodo una circolare regionale con le indicazioni da seguire per registrare le uscite in selezione e i capi abbattuti.