“Due casi emblematici che si trascinano da anni, la frana sulla Provinciale 26 tra Ponte Samone e Castagneto di Pavullo e la frana di Vaglio sulla Statale 12 a Lama Mocogno, dimostrano l’assoluto stato di emergenza della viabilità nell’Appennino modenese: occorrono interventi strutturali e manutenzione efficace. I cittadini della montagna sono stanchi di slogan e promesse”. A intervenire in questi termini sul tema della infrastruttura viaria in Appennino è il consigliere regionale di Rete Civica, Simone Pelloni.
“Tutti gli enti preposti devono attivarsi affinché ai territori montani venga riservato un livello di manutenzione della rete viaria almeno pari al resto del territorio regionale. La montagna, già penalizzata rispetto alla pianura per le distanze e la morfologia del territorio, non può essere declassata a territorio di serie B. Oggi, infatti, la mancata manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade principali costringe cittadini e imprese ad allungare i tempi di percorrenza con percorsi alternativi spesso impervi” – afferma Simone Pelloni.
“Nel modenese la frana della SP26, situata a metà strada tra la località Ponte Samone e la frazione di Castagneto di Pavullo, da anni interessa l’intera sede stradale. Nel tempo lo smottamento ha provocato più volte la chiusura totale al transito con enormi disagi per i residenti e per l’intera viabilità. Da notare come la Provincia di Modena, proprietaria della strada, non sia mai intervenuta in maniera efficace. La fotografia della realtà odierna vede gli automobilisti transitare su un tratto di strada interamente sterrato, sconnesso e precario; una condizione intollerabile per una strada provinciale. Una realtà altrettanto grave, sempre nel modenese, è quella che riguarda la frana di Vaglio, frazione del Comune di Lama Mocogno, lungo la SS12. In questo caso la competenza è di ANAS: la strada ha ceduto a maggio 2023 a causa delle forti piogge. Per mesi è stato disposto il senso unico alternato ma, a pochi mesi dalla conclusione dei lavori di ripristino della sede stradale, si è verificato un ulteriore cedimento rendendo l’intervento completamente vano – chiude Pelloni –. La montagna merita una viabilità adeguata e la necessaria manutenzione delle strade. È evidente che, in assenza di questi presupposti, le promesse di investimenti nelle aree interne e di rilancio della montagna perdono del tutto di significato”.