Al momento stai visualizzando PAIR e Agricoltura, è sbagliato criminalizzare gli agricoltori

L’impressione è che il mondo della politica si sia concentrato molto sul settore più debole, l’agricoltura fino a pensare che sia l’agricoltura della campagna (o della montagna) che inquina le città.

Contestiamo questa affermazione e riteniamo che sia necessario uscire dallo schema delle contrapposizioni “città contro campagne” o “ambientalisti estremi contro negazionisti” che contraddistingue i due schieramenti politici di maggioranza e opposizione.

Chi guarda la città da lontano, nelle giornate di bel tempo, con cielo terso, in particolare dalla montagna, vede ad occhio nudo una stratificazione che dall’azzurro del cielo degrada in un colore marrone scuro sopra la città.

Non crediamo sia responsabilità delle stalle ma, ad esempio, dei tanti impianti di riscaldamento ancora alimentati con vecchie tecnologie di origine fossile e delle tante industrie ben più inquinanti dell’agricoltura.

L’agricoltura sta vivendo un momento molto difficile per effetto delle numerose regole comunitarie che si stanno stratificando penalizzando il settore.

Il rischio è che con nuovi obblighi che deriveranno dal Piano che si è approvato e dalle sanzioni e controlli che ne deriveranno, venga dato un di colpo di grazia all’agricoltura.

Rischiamo la chiusura definitiva dei piccoli allevamenti di montagna, che devono rispettare le stesse regole dei grandi allevamenti intensivi di pianura. Questi non hanno lo stesso impatto e il rischio è quello che piano piano, silenziosamente, in pochi anni spariscano definitivamente a causa dell’abbandono dei pochi ultimi temerari che stanno ancora resistendo.

È necessario attivare un piano di aiuti per consentire al settore agricolo di reggere gli investimenti necessari ad adeguarsi a questi nuovi obblighi.

Anche sull’uso delle biomasse c’è stato un accanimento normativo e mediatico. È importante lavorare, come in realtà la Regione sta facendo, per incentivare la sostituzione delle vecchie stufe e camini aperti con apparati che abbiano prestazioni migliori, con minori emissioni, ma non possiamo criminalizzare tutte le biomasse, come si sta facendo, con il rischio, anche qua, di penalizzare un settore economico integrativo specialmente delle attività agricole di montagna.

Non pensiamo che siano i pochi abbruciamenti fatti in campagna a modificare la qualità dell’aria della nostra regione. Servono provvedimenti per aiutare gli agricoltori a utilizzare altre tecniche di smaltimento sul posto come la trinciatura per produrre compost o “cippato” da riutilizzare sul posto.

Per questi motivi il nostro voto al PAIR è stato contrario: gli agricoltori non possono essere additati come inquinatori, ma devono essere considerati come attori principali della transizione che tutti stiamo auspicando.

Simone Pelloni e Marco Mastacchi