Bologna – 14 marzo 2023 – Il capogruppo di RETE CIVICA – Progetto Emilia-Romagna Marco Mastacchi ha presentato nella seduta d’Aula odierna un question time proponendo alla Presidente dell’Assemblea legislativa e alla Giunta regionale e in considerazione della grave crisi idrica che si prospetta a causa degli ormai consolidati cambiamenti climatici, di provvedere a una mappatura delle sorgenti abbandonate del territorio al fine di recuperare una parte di risorsa idrica e nel contempo prevenire movimenti franosi devastanti per il territorio.
Gli acquedotti rurali una volta erano gestiti dai privati che costruivano acquedotti là dove c’erano fonti e corsi d’acqua: strutture efficienti realizzate artigianalmente e la cui gestione e manutenzione comportavano una spesa annua minima per ogni abitante. La gestione degli acquedotti, dalle mani dei privati e di piccoli consorzi o dei Comuni, è passata oggi in quelle di grandi gestori, che per opportunità economica hanno abbandonando la gestione e la manutenzione delle sorgenti e dei depositi d’acqua e preferiscono prelevare l’acqua dai fiumi tramite sistemi di pompaggio e di depurazione. Come conseguenza dell’abbandono delle sorgenti, una importante quantità di acqua non viene più regimentata e può rappresentare un pericolo per il territorio in quanto causa di piccole e grandi frane. La recente frana di Monterenzio ne è un esempio.
Chi conosce quel territorio sa che a monte di quella zona esiste un’ampia area di sorgenti abbandonate, con flussi di acqua non regimentata che probabilmente sono stati una delle cause di quell’evento. Capita spesso che al verificarsi di simili fatti, vengano chiamati in causa i proprietari dei terreni, accusati ingiustamente di mancata manutenzione e gestione dei terreni. Abbiamo vissuto un anno molto secco, e quello nuovo non sembra promettere meglio. La portata dei fiumi si è impoverita e la scarsità di piogge ad oggi ha messo in grave crisi il riempimento delle falde. In una simile situazione una razionale gestione della domanda idrica globale, con incentivi per il risparmio, associata a un recupero sostenibile delle risorse presenti potrebbe fare la differenza per il nostro futuro. Il Consigliere Mastacchi chiede alla Giunta se non ritenga opportuno attivarsi per una completa mappatura delle sorgenti abbandonate presenti sul nostro territorio al fine di recuperare il “troppo pieno” e l’acqua in superficie, per convogliarla utilmente e con una minima spesa.
Si potrebbero così anche prevenire movimenti franosi devastanti per il territorio, recuperando questa risorsa così preziosa ed evitando ulteriori sprechi idrici.
Risponde l’Assessore Priolo che la Regione da anni ha avviato un censimento sulle sorgenti non captate libere e in condizioni di naturalità, oltre che attivato il “Progetto censimento partecipato” con la raccolta anche di segnalazioni spontanee. Gli acquedotti rurali sono ancora una grande risorsa e si sta operando per assicurare che, a garanzia delle reti e delle opere di captazione, procedano verso un graduale passaggio di titolarità degli acquedotti rurali al servizio idrico integrato.
Mastacchi prende atto dell’illustrazione fatta dall’Assessore e precisa che, più che il contributo volontario, il coinvolgimento dei Comuni, con la precisa conoscenza del loro territorio, potrebbe dare un contributo importante per mettere a valore tanta acqua dispersa oggi sul territorio. Importante è che i territori fossero parte attiva. Chiaro è anche che le multiutility, che gestiscono le infrastrutture idriche, in una logica di profitto tendono a lavorare sulle grandi infrastrutture abbandonando i piccoli acquedotti che sono molto più costosi. Ma questo lavoro è importante per le comunità locali.