La nomina avvenuta a maggio 2023 di Gianluca Benamati come nuovo Amministratore unico di Ferrovie Emilia-Romagna, società controllata dalla Regione Emilia-Romagna, è stata oggetto di una interrogazione ad hoc che il consigliere regionale di Rete Civica Simone Pelloni aveva depositato il 23 maggio 2024.
La Regione avrebbe dovuto rispondere al massimo entro il 21 luglio, ma ancora non è giunta alcuna replica.
“Questa assenza di risposta nei tempi stabiliti non è accettabile e dimostra evidentemente come sul tema la Regione abbia un evidente nervo scoperto – spiega Pelloni -. Perché nessun dirigente si è preso sinora la responsabilità di rispondere nei termini di legge? Cosa si nasconde dietro a quella nomina? Parliamo di una società a capitale pubblico, che gestisce circa 360 chilometri di ferrovie regionali, 52 stazioni e 8 punti di carico e scarico merci. Come noto l’ingegner Benamati è stato deputato della Repubblica per tre mandati fino al 2022, maturando così anche il vitalizio parlamentare e attualmente è dirigente all’Enea, l’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. L’Enea stessa ha autorizzato l’ingegnere a svolgere l’incarico in questione la cui durata è stabilita da Statuto in tre esercizi, ossia fino a fine 2025”.
“Date queste premesse – afferma Pelloni – Giova ricordare che il rapporto di lavoro del pubblico dipendente, a differenza di quello privato, è contraddistinto da un peculiare regime di incompatibilità che preclude la possibilità di svolgere attività commerciali, industriali, imprenditoriali, artigiane e professionali fintantoché è in essere il rapporto con il datore pubblico. E’ ritenuta infatti imprescindibile la necessità di evitare che, a seguito dell’assunzione di più incarichi, il pubblico dipendente si venga a trovare in situazioni di conflitto di interessi o di assoluta incompatibilità con l’attività principale svolta presso l’amministrazione di appartenenza. Un obbligo di esclusività sancito dall’art. 53, co. 1 del d.lgs. 30 marzo 2001, n.165. D’altra parte l’art. 62 del DPR n. 3 del 1957 dispone che nei casi stabiliti dalla legge o quando ne sia autorizzato con deliberazione del Consiglio dei ministri, l’impiegato può partecipare all’amministrazione o far parte di collegi sindacali in società o enti ai quali lo Stato partecipi o comunque contribuisca, in quelli che siano concessionari dell’amministrazione di cui l’impiegato fa parte o che siano sottoposti alla vigilanza di questa. Inoltre, da parte sua, la giurisprudenza contabile ha ritenuto applicabile quanto previsto dalla legge per le società pubbliche statali anche alle società con partecipazione pubblica che gestiscono servizi pubblici locali, pertanto le disposizioni di cui all’art. 62 del D.P.R. 3/1957 sanciscono di fatto la gratuità dell’incarico di consigliere di amministrazione affidato a un dipendente pubblico”.
“Ora, poiché il compenso dell’Amministratore Unico di FER srl per l’anno 2023 è stato pari a 30.000 euro, oltre a 5.289 euro a titolo di rimborso comprensivo di spese di viaggio e missioni – chiude Pelloni – attendiamo ancora di sapere se l’attuale Amministratore Unico ha provveduto al versamento, all’amministrazione di appartenenza, ovvero all’Enea, delle somme percepite in virtù del suo incarico come e, in caso negativo, se e in che modo si è provveduto a inviare la segnalazione alla Corte dei Conti della Regione Emilia-Romagna. A queste domande, attendiamo una risposta che già oggi è in ritardo di quasi due settimane”.