Bologna – 5 agosto 2023 – Sono sempre di più le segnalazioni che giungono, secondo le quali la Regione non intende procedere alla sistemazione dell’invaso dei fiumi privi di arginatura, ponendo la responsabilità della gestione in capo ai proprietari frontisti. Da qui l’interrogazione del capogruppo di RETE CIVICA – Progetto Emilia-Romagna Marco Mastacchi alla Presidente della Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna e alla Giunta per sapere se e come si sia attivata per richiedere una deroga temporanea, giustificata dall’evento alluvionale, relativamente alle norme di cui al Regio Decreto n. 523 del 25 luglio 1904 e ss.mm.ii., e per inserire le sistemazioni dell’invaso dei fiumi privi di arginatura nelle richieste dei danni dovuti all’alluvione, per realizzare opere di ripristino e ricostruzione.

Il Regio Decreto n. 523 del 25 luglio 1904 e ss.mm.ii., disciplina le opere idrauliche e gli obblighi di gestione e manutenzione di fossi, rii e corsi d’acqua in genere, compresi argini, sponde e difese e pone le responsabilità in capo ai proprietari frontisti in merito alla sistemazione dell’invaso dei fiumi privi di arginatura, come peraltro già realizzato in diverse discipline di settore con la Legge 100/2023. Non derogare da quanto più sopra disposto, farebbe intendere che le sistemazioni dell’invaso dei fiumi privi di arginatura non verranno inserite nelle richieste di danni dell‘alluvione, né nelle opere di ripristino e ricostruzione. Sarebbe paradossale, considerato che agli agricoltori, agli allevatori e ai frontisti degli argini, sino al giorno prima degli eventi alluvionali, era vietata qualsiasi attività vicino ai corsi dei fiumi, la cura del bosco o la pulizia degli alvei o anche solo la rimozione di un ramo dal letto dei fiumi. £ sempre più evidente come l’eccezionalità dell’evento e i danni che sono scaturiti con l’alluvione potevano essere sicuramente ridotti da una gestione del territorio più puntuale, che però non può essere imputabile a chi abita in quelle zone, ma, stante così le cose, alla mancata sistemazione da parte della Regione dell’invaso dei fiumi privi di arginatura, fatto che rappresenterebbe ancor di più una disattenzione verso quegli elementi che l‘uomo ben può controllare a tutela delle abitazioni, delle imprese e delle infrastrutture soggette al rischio idrogeologico.
Il decreto-legge 1° giugno 2023, n. 61, recante interventi urgenti per fronteggiare l’emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023, è stato convertito con la Legge 31 luglio 2023, n. 100, con una serie di deroghe temporanee a diverse discipline di settore. La Regione avrebbe potuto chiedere anche per la disciplina di cui sopra una deroga temporanea, giustificata dall’evento alluvionale. Mastacchi interviene con questo atto per chiedere che si corregga la dimenticanza.