Al momento stai visualizzando Produzione di fertilizzanti da fanghi di depurazione: Portomaggiore come Ostellato?

Bologna 4 luglio 2023 – Con un’interrogazione alla Presidente della Regione Emilia-Romagna e alla Giunta, il capogruppo di RETE CIVICA – Progetto Emilia-Romagna Marco Mastacchi evidenzia i potenziali rischi che possono derivare per la salute dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente dal progetto di realizzazione di un impianto per la produzione di fertilizzanti da fanghi di depurazione in località Portoverrara – Portomaggiore (FE). Rimarca fortemente il principio comunitario di precauzione per quanto riguarda la salute pubblica, la viabilità urbana ed extraurbana, la salvaguardia dei campi agricoli e delle produzioni, e dell’ambiente e chiede di vagliare attentamente il progetto per salvaguardare la salute pubblica e la viabilità. 

Il progetto oggetto dell’interrogazione si propone di realizzare uno stabilimento capace di produrre fertilizzanti per uso agricolo mediante riciclo di fanghi da depurazione per un quantitativo pari a 60.000 ton/anno, con un ambito territoriale che comprenderebbe la provincia di Ferrara in primis, per estendersi anche su Bologna e Ravenna.  Si prevede di utilizzare i fanghi provenienti da depuratori comunali che trattano acque reflue urbane e da industrie agroalimentari, indicando tra gli obiettivi da perseguire il recupero dei rifiuti e il conseguente riutilizzo degli stessi nel rispetto dell’ambiente.  Sono però numerose le abitazioni civili e gli edifici con attività ubicati entro i 1.000 metri e che potrebbero in vario modo risentire delle lavorazioni (rumori, esalazioni nocive, viabilità, etc.). Nella nostra Regione già l’impianto di Ostellato è stato oggetto di provvedimenti cautelari/restrittivi in tal senso. Inoltre lo spandimento senza controlli di fanghi, provenienti dai depuratori civili e dalle lavorazioni industriali ammesse, ha già provocato in altri casi l’inquinamento dei campi agricoli e della falda acquifera. Gli obiettivi di riduzione dei rifiuti speciali non debbono avvenire a discapito della salute dei cittadini e della salvaguardia dell’ambiente, e le filiere di recupero devono tenere in considerazione pienamente la trasversalità di tutte le azioni, ivi comprese le conseguenze dirette e indirette dell’insediamento di impianti di lavorazione fanghi come quello in questione. 

Sul territorio di Portomaggiore-Argenta-Ostellato la preoccupazione dei cittadini ha portato a costituirsi il Coordinamento “NO FANGHI”, libera organizzazione di cittadini e associazioni, preoccupati che, soprattutto in territori pianeggianti, il rischio di contaminazioni legato ad un uso eccessivo in agricoltura di sostanze chimiche sintetiche come ad esempio i fertilizzanti e allo smaltimento dei fanghi di depurazione e delle loro acque reflue (contaminazione da fonti diffuse), è più alto.

Marco Mastacchi - Consigliere Regionale dell'Emilia-Romagna ( Rete Civica)

Il nostro territorio è già fragile, con una subsidenza conclamata e con falda acquifera molto alta e un eventuale inquinamento preoccupa i residenti e andrebbe a minare le coltivazioni Biologiche, IGP e DOP presenti sul territorio ferrarese.

La richiesta di Mastacchi alla Giunta è di attivarsi per approfondire gli aspetti chimici e chimico-fisici dei fanghi e del gesso di defecazione e tutelare le abitazioni civili e gli edifici con attività entro i 1.000 metri dall’impianto, con particolare riferimento ai residenti nelle immediate vicinanze, che dovrebbero essere catalogate come “principali recettori sensibili” visto il rischio reale e dichiarato di eventuali problemi acustici, odorifici, di viabilità urbana ed extraurbana.