Al momento stai visualizzando Materiali e “rifiuti” post-alluvione: utilizzarli per ricostruire

Bologna – 20 luglio 2023 – Il capogruppo di RETE CIVICA – Progetto Emilia-Romagna Marco Mastacchi ha presentato un’interrogazione alla Giunta per sapere se non ritenga opportuno riutilizzare i materiali derivanti dagli eventi alluvionali e dai fenomeni franosi, qualora idonei e non frammisti a rifiuti, per ricompattare e ricostruire i luoghi e le strade devastate dall’alluvione, soprattutto quando le località sono vicine o limitrofe, il tutto in alternativa al loro smaltimento. Chiede inoltre se la dislocazione dei siti di stoccaggio nel nostro Appennino ha tenuto in debita considerazione la distanza tra i luoghi di prelevamento del materiale e i luoghi in cui il materiale può essere riutilizzato, al fine di ridurre i costi di trasporto in caso di riutilizzo. 

Sono noti a tutti i risultati degli straordinari e catastrofici eventi che hanno interessato la nostra Regione nella prima metà del mese di maggio. Esondazioni, smottamenti e allagamenti hanno provocato l’isolamento di molte località, l’evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni e gravi danneggiamenti alle infrastrutture viarie, edifici pubblici e privati, opere di difesa idraulica ed alla rete dei servizi essenziali.

In un territorio vasto come le nostre colline, che vanno dal Bolognese al Cesenate e fino quasi al Riminese l’aumento dei fenomeni franosi ha stravolto la cartografia, facendo sparire molte strade, e sarà quindi necessario un grosso lavoro di rifacimento dell’intero tracciato stradale.

Marco Mastacchi - Rete Civica Progetto Emilia-Romagna - Consigliere regionale

In molte zone dell’Appennino la viabilità è ancora interrotta, con il conseguente isolamento di case e imprese, mentre in pianura bisogna gestire tutti i detriti lasciati dall’esondazione dei fiumi.

Il Presidente, con diverse Ordinanze, ha regolamentato, tra le varie, lo stoccaggio dei fanghi e lo smaltimento dei rifiuti generati dagli eventi, al fine di ridurre al minimo gli impatti ambientali e sanitari, fissando le linee guida per la gestione dei materiali derivanti: dal crollo parziale o totale degli edifici frammisti e dagli eventi alluvionali e dai fenomeni franosi, comprendendo anche materiali prelevati da corsi d’acqua naturali e artificiali a seguito del crollo di arginature o trasportati dalle acque, qualora non frammisti a rifiuti. In taluni territori, nelle vicinanze di una frana esiste parallelamente una zona o una strada da ricompattare e ricostruire, e sarebbe utile poter riutilizzare il materiale franoso non frammisto a rifiuti, valorizzandolo sia per limitare i costi che per accelerare  i tempi della ricostruzione.