Bologna – 24 gennaio 2023 – Una minaccia per le nostre vongole – Il capogruppo di RETE CIVICA – Progetto Emilia-Romagna Marco Mastacchi, nel question time odierno, chiede alla Presidente dell’Assemblea legislativa e alla Giunta regionale se sono a conoscenza della minaccia rappresentata dall’espandersi delle noci di mare per le nostre vongole, sia nella Sacca di Goro che lungo le coste dell’intera Regione.
Il loro corpo, allungato, completamente trasparente e privo di tentacoli esterni, contiene acqua al 97%. Capace di sopportare variazioni termiche comprese tra 6 e 31 °C, e salinità fra il 3‰ e il 38‰ anche se esemplari adulti sono sopravvissuti con temperature dell’acqua di 4.5 °C ), è una specie ermafrodita completa, in grado di autofecondarsi e le stesse fasi larvali possono divenire fertili e riproduttive. Gli adulti possono produrre fino ad 8000 uova in una notte. Specie carnivora, consuma zooplancton, crostacei e uova e larve dei pesci. A volte mangia piccoli individui della propria specie. Per queste sue caratteristiche è stata inserita nella lista delle 100 specie invasive più dannose al mondo. Originariamente diffusa lungo le coste Atlantiche delle Americhe, è giunta probabilmente con le acque di zavorra di navi da carico in Mar Nero verso la fine degli anni ’80 dove si è diffusa a livello invasivo creando una notevole flessione di numerose specie ittiche oggetto di pesca. Si è successivamente espansa nel mare di Azov, nel Mar Caspio, nel Mediterraneo nord-orientale, Mar Egeo e coste turche, nel Mar Baltico, e nell’estate del 2009 nel Tirreno, nello Ionio e lungo le coste liguri. Nel corso del 2016 numerosi esemplari di questa specie sono comparsi lungo le coste del Veneziano. La distribuzione della specie è progressivamente aumentata fino a divenire tale da apparire di tipo invasivo, interessando alla fine di settembre del 2016, in modo diffuso le coste del Nord Adriatico e, a sud, fino alle coste emiliane.
Le noci di mare endemiche arrivavano nei mesi freddi e andavano poi via col caldo, permettendo il giusto ciclo di riproduzione delle vongole, mentre questi esemplari rimangono tutto l’anno. Rappresentano una minaccia per la pesca in quanto divorano uova e pesci piccolissimi, impoverendo le acque e sottraendo cibo ad altri pesci come acciughe e sardine. Il risultato è un’alterazione dello sviluppo della catena alimentare. Sono potenzialmente dannose anche per il turismo, in quanto, per la loro somiglianza alle meduse, pur se non urticanti e dunque non pericolose per l’uomo, non risulta piacevole tuffarsi in acque piene di questi organismi. Abbiamo sempre meno seme di vongole autoctone e i cambiamenti climatici e l’arrivo di merce e navi dall’altra parte del mondo, non aiuta a mantenere un perfetto equilibrio nel corso del tempo nella Sacca di Goro. Mastacchi chiede alla Giunta se sia al corrente del problema e quali siano gli interventi che intende mettere in campo nell’ immediato per arginare la minaccia alle nostre vongole, considerato che il reiterato blocco delle concessioni e quindi anche la non lavorazione del terreno provoca comunque un non controllato aumento delle proliferazioni algali sempre più aggressive. L’Assessore Mammi risponde confermando che il fenomeno è conosciuto da diverso tempo dalla Regione.
Dai dati raccolti nell’estate scorsa la presenza di questa specie nella Sacca di Goro è stata significativamente inferiore rispetto agli anni passati. La presenza della specie va comunque tenuta monitorata e non deve essere sottovalutata soprattutto nella Sacca di Goro, ambiente per sua definizione fragile. Va continuato il lavoro di monitoraggio e verifica ma anche di ricerca per contrastare la proliferazione della specie e, in caso di peggioramento della situazione, la Regione si attiverà anche nei confronti del Governo Nazionale.
Commenta Mastacchi: “È bene che la Regione abbia un focus sempre attivo e la raccomandazione che viene dal territorio è che la Regione si trovi pronta ad agire se si supera la soglia dalla quale non c’è più ritorno.”