Bologna – 17 agosto 2022 – Il capogruppo di RETE CIVICA – Progetto Emilia-Romagna Marco Mastacchi ha presentato alla Presidente dell’Assemblea legislativa e alla Giunta regionale una risoluzione che chiede alla Giunta di valutare opportunamente la realizzazione della diga di Vetto come un invaso da 100 milioni di metri cubi, secondo il vecchio progetto.
Circa due settimane fa in Conferenza Stato Regioni è stato approvato lo schema di decreto per la progettazione di infrastrutture idriche che, una volta concluso l’iter burocratico sigillato dalla firma del Ministro per le Infrastrutture Enrico Giovannini e avallato dai vertici della Regione Emilia-Romagna, consegnerà all’Autorità distrettuale di bacino del Po 9,5 milioni di euro, di cui 3,5 milioni già destinati alla realizzazione della diga di Vetto. Questi 3,5 milioni di euro verranno utilizzati per lo studio di fattibilità tecnico-economica e la prima progettazione di un invaso sull’Enza. Ciò significa come minimo altri tre anni solo per lo studio di fattibilità e altri sette per la nuova progettazione con l’ennesimo spreco di risorse pubbliche e come se i progetti storici non fossero mai esistiti. Siamo purtroppo in clamoroso ritardo sulle opere finalizzate alla preservazione idrica che ci avrebbero consentito di affrontare meglio l’attuale, e senza precedenti, emergenza siccità, anche se prevedibile visti gli andamenti climatici degli ultimi due decenni. Vista la gravità della situazione che si è creata abbiamo assoluto bisogno di nuovi invasi e occorre giungere, in tempi rapidi, alla realizzazione di opere necessarie ad affrontare i cambiamenti climatici in atto, considerato che sono a rischio l’approvvigionamento idrico e la tenuta del sistema agroalimentare. Occorre, come richiesto a gran voce anche dalle associazioni di categoria, realizzare interventi strutturali, come nuovi invasi, capaci di stoccare grandi quantità di acqua accessibile ai nostri agricoltori in periodi complessi, viste le innumerevoli estati siccitose che si susseguono.

In quest’ottica e riguardo all’invaso sul fiume Enza, le aumentate esigenze di preservazione idrica, a fronte dell’emergenza dell’ultimo periodo, portano a interrogarsi circa l’adeguatezza di un progetto, analizzato quando il contesto era differente, per un invaso da 27 milioni di metri cubi e non sia invece il momento di riprendere in mano il vecchio progetto della diga di Vetto, che prevedeva un invaso da 100 milioni di metri cubi. Un nuovo studio significherebbe realizzare la diga fra 20 anni, mentre l’adeguamento del vecchio progetto possibile in base alle leggi del 2014, ridurrebbe notevolmente i tempi e si avrebbe l’impianto operativo in pochi anni. Inoltre, una società di ingegneria che sta progettando dighe a livello mondiale, ha messo nero su bianco che il vecchio progetto è perfettamente adeguabile alle normative vigenti e che la capacità idrica dell’Enza è in grado di riempire quasi tre volte all’anno la diga.
Il consigliere Mastacchi chiede al Presidente e alla Giunta Regionale di impegnarsi, lasciando da parte l’ostracismo verso gli invasi in montagna di medie e grandi dimensioni da parte di alcuni, a valutare opportunamente la realizzazione della diga a Vetto come un invaso da 100 milioni di metri cubi secondo il vecchio progetto, considerato urgente già nel 1987 dall’allora Ministro dell’Agricoltura, per garantire nel tempo acqua ed energia pulite ai terreni agricoli e alle famiglie di Reggio e Parma, eliminare pericoli di alluvioni a valle, creare un’oasi faunistica di grande valore ambientale e, non ultimo, portare lavoro e turismo tutto l’anno, assicurando un futuro ai paesi montani delle due province.