Bologna – 19 luglio 2022 – Il capogruppo di RETE CIVICA – Progetto Emilia-Romagna Marco Mastacchi ha presentato alla Presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti e alla Giunta Regionale un’interrogazione che porta all’attenzione della Giunta l’emergenza idrica causata dall’eccezionale siccità e possibili interventi immediati per contrastarne gli effetti.
Stiamo attraversando la peggiore siccità degli ultimi 70 anni che sta, nemmeno troppo lentamente, prosciugando i fiumi italiani e secondo i dati del CNR, da gennaio a maggio del 2022 è caduta nel nostro Paese circa la metà della pioggia rispetto alla media degli ultimi 30 anni, con il deficit che sale al 60% nelle regioni del Nord. Per far fronte al problema idrico è necessario agire su più aspetti: ridurre le perdite, ottimizzare i consumi e riutilizzare l’acqua piovana e le acque grigie. La pratica della raccolta delle acque piovane è stata ampiamente diffusa nel sud Italia per diversi secoli fino alla fine del ‘900. L’acqua, raccolta in cisterne, era poi riutilizzata per diversi usi tra i quali l’irrigazione. Progressivamente abbandonata con l’arrivo degli acquedotti, è oggi evidente come sia invece necessario trovare fonti alternative di acqua per usi che non richiedono acqua potabile, e tornare quindi ad utilizzare sistemi di accumulo diffuso.
La valle Pialassa Baiona, nel ravennate, soprattutto con l’istituzione del Parco del Delta del Po, è diventato binomio di natura e tradizione e i capanni da pesca sono parte del patrimonio insediativo. Questi capanni sono soggetti a concessioni, trovandosi la maggior parte su territorio demaniale e del comune di Ravenna e a luglio 2023 scade il termine per la loro riqualificazione.
Il regolamento dei capanni da pesca e da caccia adottato del comune di Ravenna esclude ad oggi la possibilità di posizionare, nell’immediata zona adiacente i capanni, contenitori su supporto rialzato adibiti, tramite contenitori o tubi di gomma, al recupero di acqua per alimentare eventuali utenze per uso irriguo del verde circostante e per gli usi che non comportano acqua potabile.
La quasi totalità dei capanni in oggetto ricade all’interno del pre-parco del Delta del Po, un ente preposto alla gestione delle zone naturali, che dovrebbe incentivare il recupero dell’acqua piovana, rendendolo eventualmente anche obbligatorio, per evitare l’uso improprio di acqua potabile in quanto bene da preservare per i soli usi alimentari.
Il Consigliere Mastacchi interroga la Giunta per sapere se intende intervenire, coordinandosi con il comune di Ravenna e con il Parco del Delta del Po e integrando il regolamento, per consentire ai capanni da pesca e da caccia di recuperare l‘acqua piovana allo scopo di irrigare il verde circostante. Si andrebbe in questo caso verso la realizzazione anche in quel contesto del cambio di passo nell’attività di prevenzione ad oggi sempre più necessario per tutte le attività pubbliche e private considerato che oltre alla grave siccità, l’acqua salata del mare è addirittura risalita lungo il letto del Po.