Bologna – 22 febbraio 2022 – Il capogruppo di RETE CIVICA – Progetto Emilia-Romagna Marco Mastacchi ha presentato alla Presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti e alla Giunta Regionale un question time che affronta il tema della riforma delle concessioni balneari.
Il riferimento che più spesso ricorre su questo tema è quello alla direttiva Bolkestein (direttiva dell’Unione Europea 2006/123/CE), approvata nel 2006, quando la Commissione Europea era guidata da Romano Prodi. Ha l’obiettivo di promuovere la parità di professionisti e imprese nell’accesso ai mercati dell’Unione europea. Secondo tale direttiva, ad esempio, concessioni e servizi pubblici possono essere affidati a privati solo con gare pubbliche aperte a tutti gli operatori presenti in Europa. È per effetto di questa norma che le concessioni balneari dovranno essere sottoposte a gare pubbliche pena l’apertura di una procedura d’infrazione da parte della Commissione Ue contro l’Italia.
La Legge 145 del 2018 aveva esteso al 2033 le concessioni in essere ma una sentenza del Consiglio di Stato del novembre 2021 ha ridotto i termini al 31.1.2023. A partire dal 2024 perciò, non ci saranno più proroghe illimitate e le spiagge saranno aggiudicate con bando pubblico e relativa gara, così come chiede l’Unione Europea. L’attuazione delle procedure selettive dovrà rispettare una serie di passaggi che coinvolgono lo Stato, le Regioni e a seguire i Comuni; l’assessore Corsini, e con lui altri, ha già ribadito che i tempi indicati attualmente per le gare non sono congrui perché
Da più parti si chiede di prevedere un anno in più. Tra i termini dei decreti legislativi ci sono l’affidamento delle concessioni nel rispetto dei principi di imparzialità, parità di trattamento, massima partecipazione delle micro e piccole imprese, trasparenza e adeguata pubblicità alle gare.
Il Presidente Bonaccini ha evidenziato come la nostra Riviera sia un distretto turistico che non ha eguali nel mondo e qualsiasi soluzione deve fare i conti con questo punto di partenza.
Va inoltre tenuto conto che gli imprenditori balneari hanno fatto investimenti importanti nelle proprie strutture anche per recuperare competitività dopo i lockdown, con la convinzione di poterli ammortizzare in un congruo arco di tempo e da nord a sud hanno investito decine di migliaia di euro non per costruire cattedrali sulle spiagge ma per preservare e farsi carico della manutenzione ambientale delle nostre coste e non possono essere penalizzati.
É assolutamente necessario il riconoscimento di tre fattori:
- il valore aziendale dell’impresa
- gli investimenti realizzati dai nostri imprenditori, che negli anni precedenti hanno utilizzato lo stabilimento come principale fonte di reddito
- la professionalità degli operatori, oltre che dare un peso agli standard qualitativi dei servizi e alla sostenibilità sociale e ambientale del piano degli investimenti.
Stiamo parlando di oltre mille stabilimenti balneari in Emilia-Romagna e 45-50mila posti di lavoro oltre all’indotto. Chiede Mastacchi quali azioni concrete intende intraprendere la Giunta per tutelare le nostre aziende che hanno investito da anni e bene, per evitare che questa riforma, seppur necessaria, non metta definitivamente in ginocchio un settore chiave dell’offerta turistica emiliano-romagnola come quello balneare, a vantaggio di multinazionali del turismo con finalità meramente speculative.
L’Assessore al Turismo Corsini riferisce che la Commissione Turismo delle Regioni, da lui sollecitata, ha incontrato il Ministro Garavaglia il 16 novembre scorso. Il Ministro ha preso l’impegno di avviare al più presto un confronto tra le Regioni, le forze politiche e la UE, consapevole dell’assoluta urgenza della materia.