Bologna – 16 Marzo 2021 – Il capogruppo di RETE CIVICA – Progetto Emilia-Romagna Marco Mastacchi ha presentato un’interrogazione a risposta orale in Commissione sulla bozza di Piano di Emergenza Esterno redatto dalla Prefettura di Bologna, presentato online il 5 febbraio scorso e in seguito apparso sul sito del Comune di Minerbio.
A Minerbio le criticità legate alla presenza del sito di stoccaggio di gas continuano. Recentemente la Prefettura di Bologna ha ritenuto necessario redigere una bozza di PEE (Piano di Emergenza Esterno) in considerazione della presenza sul territorio dello stabilimento per attività di stoccaggio di gas naturale della STOGIT Stoccaggi Gas Italia S.p.A, situato nel comune di Minerbio, località Canova, in via Zena. Il Piano presentato in data 05/02/2021 alla cittadinanza in streaming è stato poi pubblicato anche sul sito del Comune di Minerbio.
Lo stabilimento, a causa della presenza di sostanze pericolose in determinate quantità, ha la probabilità (bassa) di generare un incidente di grande entità in termini di danni alle persone, alle cose e all’ambiente e rientra nel gruppo degli stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante (R.I.R.) in esercizio di livello superiore.
Scopo del Piano: controllare e circoscrivere gli incidenti in modo da minimizzarne gli effetti e limitare i danni predisponendo le misure necessarie per proteggere la salute umana e l’ambiente dalle conseguenze di incidenti rilevanti.
A causa delle tubazioni sotterranee ad alta pressione (circa 150 atmosfere) che collegano i turbocompressori della centrale ai gruppi di pozzi (Cluster) disseminati nel territorio minerbiese, il parere tecnico conclusivo rilasciato dal Comitato Tecnico Regionale dei Vigili del Fuoco e richiamato nel Piano di Emergenza Esterno, prevede che le condotte debbano trovarsi ad una distanza non inferiore a 100 m da fabbricati destinati a collettività.
Due sono le zone esposte a danni letali in caso di Flash Fire (fiammata) che è un fuoco intenso e improvviso, caratterizzato da alta temperatura, breve durata e fronte di fiamma in rapido movimento. Una prima zona, definita di “sicuro impatto” è individuata nelle immediate adiacenze dello stabilimento con elevata probabilità di letalità anche per le persone mediamente sane in caso di incidente. Una seconda zona è definita “di danno” ed è individuata subito a seguire alla prima, con possibili danni, anche gravi e letali per persone che non adottano le corrette misure di protezione, in funzione della fiammata prodotta e di lesioni irreversibili in caso di incendio di una pozza di liquido infiammabile al suolo o per sovrappressioni di picco.
Attualmente l’asilo nido comunale (con 73 bambini) e la scuola materna comunale (con 80 bambini circa) distano rispettivamente 30 e 45 metri dalle condotte e le aree esterne per i giochi dei bambini si trovano addirittura a pochi metri dalla FLOW-LINE.
I cittadini nelle zone di pianificazione sono circa 623, oltre a una serie di obiettivi vulnerabili quali la scuola elementare e media di Minerbio, il centro commerciale, diversi uffici pubblici e la Chiesa.
Nella zona si segnala inoltre la diffusa presenza di altre condotte interrate per il trasporto di gas di rilevanza nazionale e regionale che attraversano tutto il territorio e che sono gestite dalla società Snam Rete Gas.

A tutto ciò si aggiungono le recenti lottizzazioni nel Comune di Minerbio che si sono sviluppate su aree a ridosso dei pozzi con evidenti rischi per la popolazione in caso di Flash Fire – uno per tutti quello avvenuto presso la Stazione ferroviaria di Viareggio il 29 giugno 2009.
Mastacchi interroga la Giunta regionale e gli assessori competenti per sapere se siano a conoscenza della pericolosità della situazione per le persone e le cose e se non ritengano opportuno intervenire per chiedere alla STOGIT Stoccaggi Gas Italia S.p.A di delocalizzare i propri pozzi in una zona lontana da centri abitati, a tutela dell’incolumità pubblica, dati i possibili scenari conseguenti ad un Flash Fire.
Chiede inoltre quali iniziative la Giunta intenda assumere a tutela dello sviluppo del territorio affinché gli insediamenti di stoccaggio non siano di ostacolo all’espansione del paese o causa di un eventuale spopolamento della zona.